Trasparenza e sostenibilità sono tematiche che caratterizzano sempre più le aziende, anche quelle che sto recentemente seguendo per le attività di traduzioni e interpretariato. In questo contesto il ruolo centrale va attribuito certamente alla sigla ESG, il rating ambientale, sociale e di governance che, nel contesto dell’Unione Europea, sta subendo una radicale trasformazione.
Il 13 giugno 2023, la Commissione Europea ha avanzato una proposta riguardante la “trasparenza e integrità delle attività di rating ambientale, sociale e di governance (ESG)”, inserendosi nell’ambito più ampio della finanza sostenibile e allineandosi con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, il Green Deal Europeo e la Strategia in materia di finanza sostenibile. Questa iniziativa mira a stabilire regole comuni per i rating ESG al fine di incrementare la fiducia degli investitori e indirizzare i capitali verso investimenti sostenibili, affrontando le inefficienze di mercato e le lacune normative che frenano la crescita economica e l’obiettivo della sostenibilità.
Il legame tra trasparenza e integrità delle attività di rating ambientale, sociale e di governance (ESG) e la nuova Direttiva Europea 2022/2464, conosciuta come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), è fondamentale nel contesto del Green Deal europeo.
La direttiva CSRD introduce delle evoluzioni in termini di trasformazione destinate a rafforzare il ruolo delle sfide richieste dallo sviluppo sostenibile nella strategia, nella governance e nella gestione dei rischi delle imprese, e quindi la responsabilità degli organi di governance nei confronti di un pubblico molto vasto, con esigenze e aspettative molto diverse.
La CSRD mira a standardizzare e rafforzare i requisiti di reporting sulla sostenibilità per le aziende, aumentando così la trasparenza e permettendo agli investitori, consumatori e altre parti interessate di avere accesso a informazioni dettagliate e affidabili sulle performance ESG delle aziende.
Prima della CSRD, la mancanza di uniformità e standardizzazione nei report ESG rendeva difficile per gli stakeholder valutare ‘impegno reale delle aziende nei confronti della sostenibilità. Senza standard comuni, le aziende potevano potenzialmente resentare dati in modo selettivo o utilizzare metriche che favorivano una visione positiva ma meno accurata delle loro operazioni.
La CSRD affronta queste problematiche introducendo requisiti più rigorosi per il reporting di sostenibilità, che includono la necessità di audit indipendenti e la conformità a standard riconosciuti a livello internazionale. Questo non solo aumenta la trasparenza e l’integrità delle informazioni ESG divulgate, ma promuove anche una maggiore responsabilità aziendale verso le pratiche sostenibili. In definitiva, la CSRD facilita una maggiore fiducia e una migliore valutazione del rischio da parte di tutti gli stakeholder, contribuendo a un’economia più sostenibile e trasparente in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.
Source Mazars, Upsystems.