Ambient Computing e Prospettive Di Futuro
Ambient computing è un termine che descrive un ambiente di dispositivi intelligenti, dati, intelligenza artificiale, decisioni e attività umane che abilitano le azioni del computer insieme alla vita di tutti i giorni, senza la necessità di comandi o interventi umani diretti. In sostanza, i computer si occupano silenziosamente delle cose in background. La frase è stata coniata negli anni ’90, ma solo intorno al 2018 che si è trasformato in una parola d’ordine regolarmente utilizzata da Google, HP e da numerose aziende Big Tech in tutta la Silicon Valley.
Questa storia ha inizio probabilmente nel 2010, quando la Apple acquisì un’azienda che aveva rilasciato una app per iOS dotata di un motore di speech recognition basato su algoritmi di machine learning. Si trattava di Siri. Poi nel 2014 fu la volta di volta Cortana, l’assistente vocale della Microsoft e quasi contemporaneamente di Amazon, che annunciò Alexa. Una nota curiosa: Alexa fu sviluppato a partire da un prodotto chiamato Ivona, inventato in Polonia e ispirato al capolavoro di Kubrick 2001, Odissea nel lo spazio. Infine fu anche il “turno” di Google nel 2016.
Oggi gli assistenti sono sempre disponibili sui nostri dispositivi e, in generale, l’ambient computing è sempre più pervasivo. Se pensiamo al modo di interagire quello che riscontro è l’elemento sempre più centrale della voce e delle parole, il tema per l’appunto dello speech recognition che, per quanto riconducibile ad elementi legati alle tecnologie, richiede l’indispensabile e irrinunciabile presenza delle persone e dell’interpretazione umana, ancor di più nel “passaggio” da una lingua all’altra.