Il termine “workation” – una fusione di “work” (lavoro) e “vacation” (vacanza) – si riferisce a un’esperienza in cui si decide di lavorare in un luogo diverso dalla nostra sede lavorativa. Invece di essere confinati in un ufficio, si scelgono nuove mete per svolgere le attività lavorative. Durante un workation, si cerca di bilanciare il lavoro con momenti di relax e svago, creando un ambiente che promuove la produttività e il benessere, scegliendo luoghi più stimolanti come spiagge, città storiche o località montane.
I vantaggi del workation sono molteplici: ritrovare un rinnovato senso di ispirazione e creatività, poiché l’ambiente stimolante può favorire nuove idee e prospettive; ridurre lo stress, grazie allo svolgimento di attività rilassanti e si può persino aumentare la produttività.
Negli Stati Uniti, ad esempio, questo fenomeno si sta ampiamente diffondendo ed i dati di una recente indagine forniscono alcuni spunti molto interessanti: l’86% dei dipendenti è d’accordo o fortemente d’accordo sul fatto che la loro esperienza di workation abbia aumentato la propria produttività; l’81% degli americani è diventato più creativo al lavoro dopo aver fatto questa tipologia di esperienza; l’84% è ora più soddisfatto del proprio lavoro e ben l’83% del campione che ha partecipato all’indagine è d’accordo/fortemente d’accordo sul fatto che la workation li abbia aiutati a far fronte ad un esaurimento nervoso.
Ho scoperto inoltre che è stato realizzato persino un sito web (https://workation.com/) rivolto sia ai singoli che alle aziende: una vera e propria applicazione simile a un portale di viaggi, che supporta gli utenti nella scelta della meta per tematismo o per destinazione, includendo tra le destinazioni anche l’Italia.
E allora nel prossimo futuro, non possiamo escludere che la locuzione “zaino in spalla” sarà sostituita dalla frase: “si parte con il pc in valigia”!