In questo periodo utilizziamo spesso la frase “indietro non si torna” che, nella maggior parte dei casi, fa riferimento all’adozione del digitale, all’utilizzo delle nuove tecnologie e a un nuovo approccio nella gestione del tempo.
Questa frase (“indietro non si torna”) andrebbe adottata soprattutto per i diritti umani: un tema che ha la dignità necessaria per essere sempre all’ordine del giorno e, anzi, richiederebbe un vero e proprio processo di accelerazione. Partendo da questa considerazione sono tornata indietro nel tempo: era il 10 marzo 2010 e facevo da interprete all’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navanethem Pillay durante un incontro istituzionale con il Ministro italiano della Giustizia, Angelino Alfano.
Ricordo perfettamente quella sessione di interpretariato consecutivo italiano inglese : le parole avevano un senso profondo e in quella giornata il mio compito principale era connotare ogni singola frase per trasmettere il senso di giustizia di ciascun termine.
L’interpretazione simultanea o consecutiva italiano inglese o inglese italiano non è mai una migrazione meccanica di parole da una lingua a un’altra. Siamo di fronte a un processo di “empatizzazione” delle emozioni, dove la soddisfazione del cliente è misurata dalla capacità di trasmettere il senso profondo dei pensieri e non il significato asettico delle parole.
Il 10 marzo 2010 ho interpretato in poco tempo un viaggio lungo decenni, dove una donna sudafricana ha attraversato battaglie storiche: come avvocato difensore per gli attivisti anti-apartheid, ha denunciato denunciando torture e ha aiutato a stabilire diritti fondamentali per i prigionieri a Robben Island. Ha combattutto dal punto di vista legale per le attività del Tribunale penale internazionale per il Ruanda, ha avuto un ruolo di primo nella rivoluzionaria giurisprudenza dell’ICTR sullo stupro come genocidio, nonché sulle questioni della libertà di parola e della propaganda d’odio.
Per questo a distanza di anni rivivo quella giornata con la consapevolezza di aver interpretato non solo il discorso di un momento, ma la lunga e complessa storia di una donna che ha vissuto per portare avanti la lunga battaglia dell’affermazione dei diritti umani.