Nel 2020 la parola più utilizzata è stata lockdown. Nel 2021, NFT, Non Fungible Token, i certificati che attestano l’autenticità, l’unicità e la proprietà di un oggetto digitale (come per esempio un’immagine, un video, una canzone o anche un tweet).
I token non fungibili vengono registrati in una blockchain e non possono essere scambiati tra loro né copiati.
A renderli così famosi soprattutto alcuni eventi ripresi da tutti i media internazionali: a marzo 2021, con la vendita di “Everydays: The First 5,000 Days” di Beeple da Christie’s a 69 milioni di dollari, è stata sdoganta l’arte digitale nel mercato dell’arte tradizionale; nello stesso mese Jack Dorsey, fondatore e CEO di Twitter, ha venduto all’asta il suo primo tweet come NFT per la cifra di 2,9 milioni di dollari ed anche il famoso codice sorgente del WWW scritto da Tim Berners-Lee è stato venduto per 4,5 milioni di dollari.
Lo scenario è ancora in via di definizione, con tante incognite e anche vuoti normativi. Tuttavia, possiamo ragionevolmente credere che anche nel 2022 i Non Fungible Token saranno un trend da seguire.