Ibrido! Un’altra parola che è entrata a far parte del lessico quotidiano. Un esempio: evento ibrido. Un evento che prevede la presenza di alcuni (pochi) partecipanti e una platea di utenti online.
Nel mese di maggio ho sperimentato con un’azienda partne di Bologna un’attività di project management, che posso definire ibrida.
In meno di 48 ore con Intuition, una scuola di lingue di Bologna nata nel 1994 e specializzata nella formazione aziendale, abbiamo organizzato per una multinazionale leader di mercato nel settore food & beverage, un tour di 4 tappe in Italia che ha previsto la partecipazione del nuovo CEO.
La mia filosofia professionale è basata su una costante all’attenzione alle esigenze dei clienti e dal costante impegno a soddisfare le loro richieste, provando sempre ad andare oltre le aspettative. Lavoro spesso con grandi aziende e con il top management.
In questo caso il cliente era una multinazionale con 16 sedi solo in Europa che quotidianamente vende i propri prodotti a 16 milioni di consumatori. A rendere ancor pià complessa, ma allo stesso tempo avvincente, la gestione del progetto, la prima “uscita pubblica” di un personaggio di quel calibro, un CEO che coordina gruppi aziendali di migliaia di persone.
Il mio approccio per la gestione dei progetti è sempre caratterizzato da metodo, flessibilità ed esperienza. In questo caso ho fatto ricorso anche a quelle che in gergo sono denominate soft skills. Non si inseriscono in un CV e il loro valore è percepito solo al termine di un progetto.
E quindi? In rapida sequenza: condivisione obiettivi e attività con il mio parte, organizzazione del team, predisposizione degli strumenti necessari (da Google maps a gruppi whatsapp), governance dell’intero processo.
4 tappe, 655,9 chilometri con servizio di interpretariato gestito dalla mia base operativa di Londra.
In attesa dei prossimi eventi, in due giorni abbiamo “ibridato” il project management!