Competenze digitali e soft skills nel lavoro del futuro. Quali sono le 5 competenze più utili da sviluppare nel 2022? Quali sono le 6 soft skill di cui avrai bisogno nella nuova era del mondo del lavoro?
Non sono domande che pongo io, ma alcuni dei tanti titoli di articoli e post che si trovano online sul tema delle competenze e delle soft skills!
Ma perché oggi il tema delle competenze è al centro della discussione pubblica e assume un ruolo strategico?
Il World Economic Forum ha previsto che, da qui a 5 anni, metà dell’intera forza lavoro dovrà mettere in conto un processo di adeguamento delle proprie skills (ReSkilling) per riuscire a tenere il passo e rimanere competitiva in un mercato che sta subendo una trasformazione senza precedenti.
Secondo lo studio di Cornerstone People Research Lab dal titolo “A License to Skill: Embracing the Reskilling Revolution”, il 76% dei dipendenti, l’88% dei responsabili HR e il 91% del management si dicono convinti che le difficoltà portate dalla crisi modificheranno l’esperienza lavorativa quotidiana, ma saranno anche portatrici di un’opportunità unica per delineare un percorso concreto verso lo sviluppo di nuove competenze (UpSkilling).
Nel mio percorso professionale ho sempre dedicato una “quota” del mio tempo alla formazione e all’aggiornamento ma, per quest’anno, il mio percorso di UpSkilling sarà ancora più strutturato e per gestirlo ho coinvolto un grande professionista come Matthew Perret. Per chi non lo conoscesse Matthew è interprete di conferenza per le istituzioni dell’UE, interprete consulente, trainer in Public Speaking (Consiglio d’Europa), scrittore e interprete di commedia e Senior Associate Lecturer in Interpreting (Università di Leeds, Regno Unito).
Con Matthew abbiamo impostato un piano di lavoro focalizzato sul “retour”, parola francese che significa ritorno ovvero l‘interpretazione dalla propria madrelingua in una lingua straniera (nel mio caso dall’italiano all’inglese).
Solitamente gli interpreti lavorano nella propria madrelingua. Ma alcuni interpreti conoscono una seconda lingua (attiva) a un livello tale da poter interpretare in essa a partire dalla propria madrelingua.
L’interpretazione in retour è particolarmente utile per fornire un relay tra le lingue meno conosciute e quelle più diffuse.
Non si tratta dunque di un “ritorno” sui banchi di scuola o nelle aule universitarie, ma di un interessante viaggio che andrà a caratterizzare questo mio nuovo anno di attività professionale!