L’innovazione, le nuove tecnologie, i nuovi trend sono sempre al centro della mia attenzione. In alcuni numeri ho parlato di metaverso, NFT e della mia esperienza in Decentraland.
Ma cosa vuol dire viaggiare nel metaverso. Veramente c’è qualche meta turistica in questo “nuovo mondo”?
Correva l’anno 2002 e si giocava il primo mondiale in terra asiatica – ero lì anch’io – una delle più belle esperienze di interpretariato italiano inglese della mia vita.
Circa 20 anni dopo, in una conferenza di fine 2021 (durante lo stesso periodo dell’annuncio di Zuckerberg) il sindaco di Seoul indossava una giacca verde fantasia e una cravatta scura, i capelli ben pettinati. Ma Oh Se-hoon non c’era davvero. Invece ha partecipato come suo avatar e la conferenza si è tenuta nel “metaverso”, uno spazio virtuale comune, visto da molti come la prossima frontiera di Internet, dove gli utenti interagiscono usando gli avatar.
La città si pone l’obiettivo di diventare uno dei primi governi municipali con un mondo virtuale a servizio completo. Nel “Metaverse Seoul“, secondo i piani, i residenti sarebbero in grado di effettuare prenotazioni per le strutture gestite dalla città, guidare gli autobus per tour della città, visitare le ricreazioni di siti storici distrutti, presentare reclami amministrativi ai burocrati della città e altro ancora. I residenti sarebbero anche in grado di visitare i siti del patrimonio culturale in tutta la città accedendo al metaverso dai loro cellulari.
Ogni cittadino, munito di visori 3D o occhiali di ultima generazione e con il proprio avatar, potrà muoversi fisicamente all’interno del metaverso di Seoul e a partire dal 2023 tutti i festival cittadini e le cerimonie più rappresentative dell’identità coreana si terranno anche in questo spazio virtuale.
Dal mio punto di vista viaggiare fisicamente non può essere sostituito dalla digitalizzazione, perché le emozioni non si trasformano in bit. Tuttavia, osserviamo quello che avviene nel mondo, preparandoci magari al prossimo Festival delle lanterne con i visori 3D.