In Italia, come già era avvenuto in passato, il Presidente della Repubblica ha assunto un ruolo determinante nella risoluzione di una crisi di governo. A febbraio, infatti, il Presidente Sergio Mattarella per uscire da una situazione di stallo particolarmente critica, soprattutto in questo periodo storico, ha individuato in Mario Draghi la figura tecnica, istituzionale e politica per la costituzione di un nuovo governo.
Sono tanti i Presidenti che “hanno fatto la storia dell’Italia”: Sandro Pertini, che ricordiamo esultante per la vittoria della coppa del Mondo, Carlo Azeglio Ciampi (per il quale ho avuto il piacere di svolgere un’attività di interpretariato alle Scuderie del Quirinale) e Giorgio Napolitano, che ho conosciuto esattamente 10 anni fa. Era il 28 settembre 2011 e fui coinvolta come interprete nel corso dell’incontro con una delegazione dell’Unicef che fu accolta al Quirinale dal Presidente Giorgio Napolitano per la promozione della campagna “Vogliamo Zero“. In quell’occasione ho accompagnato la delegazione Unicef guidata dal Direttore Anthony Lake e dal presidente del comitato italiano Vincenzo Spadafora, alla presenza di Goodwill Ambassador di Unicef Italia, Alberto Angela e Lino Banfi. Il 28 settembre 2011 è stata una data storica per l’Unicef, ricevuta per la prima volta dal dal Capo dello stato Italiano (guarda il video).
Ma chi è stato e chi è l’ex Presidente della Repubblica?
Giorgio Napolitano, napoletano “classe 1925” ha attraversato la storia dell’Italia: dagli anni cinquanta ha partecipato alla vita politica del paese. 14 legislature, con la sua prima elezione alla Camera dei Deputati nel 1953. Presidente della Camera, Ministro dell’Interno, parlamentare europeo, senatore a vita e per due volte Presidente della Repubblica.
Dall’inizio della sua carriera si è occupato dei temi economici e sociali più rilevanti dell’Italia, dallo sviluppo del Mezzogiorno alla riforma del sistema radiotelevisivo, ma soprattutto, è stato l’uomo del partito comunista (durante la guerra fredda) impegnato sui problemi della politica internazionale ed europea. Già dagli anni Settanta era ospite di conferenze e dibattito all’estero: dal Regno Unito alla Germania fino alle principali università degli Stati Uniti come Harvard, Princeton, Yale, Berkeley.
Nel 1975 ha pubblicato il libro “Intervista sul PCI”, tradotto in oltre 10 paesi, con lo storico britannico de “il secolo breve” Eric Hobsbawm e nel corso degli anni gli sono stati conferiti riconoscimenti accademici honoris causa in Italia all’estero, tra cui quello dell’Università di Oxford nel 2011.
Un uomo dunque attento e sensibile ai temi attuali e del futuro: dall’Europa ai diritti umani. Proprio il tema che mi ha consentito di entrare in contatto con lui è quello che lo ha visto co-firmatario nel 2018 (all’età di 93 anni!) di una mozione sull’istituzione di una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani.
E’ evidente che l’evento al quale ho partecipato non era soltanto un’attività di tipo istituzionale, ma un’iniziativa fortemente voluto da questo straordinario uomo politico.